La Tassonomia UE
Con la sottoscrizione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite e dell’Accordo di Parigi sul clima nel 2015, l’Unione Europea ha posto la sostenibilità ambientale e sociale al centro delle proprie politiche.
In particolare, la Commissione Europea sostiene la transizione verso un modello di sviluppo economico circolare, a bassa concentrazione di carbonio e improntato all’efficienza energetica.
Nell’ambito dell’Accordo di Parigi, l’Unione Europea si è impegnata a raggiungere tre obiettivi entro il 2030:
- ridurre di almeno il 40% le emissioni di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990
- portare la quota di consumo energetico soddisfatto da fonti rinnovabili almeno al 32%
- migliorare l’efficienza energetica di almeno il 32,5%.
Per ottenere questi risultati la Commissione Europea ha stimato che occorreranno €180 miliardi di investimenti annui in aggiunta a quelli già stanziati pertanto, il coinvolgimento del settore privato sarà essenziale.
Allo scopo di orientare il mercato dei capitali verso il finanziamento di attività economiche che contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi citati e, più in generale, alla realizzazione dell’Agenda 2030, le istituzioni europee hanno avviato un programma di riforma dei mercati finanziari:
- a dicembre 2016 la Commissione Europea ha costituito un gruppo di esperti (High-Level Expert Group on Sustainable Finance – HLEG) con il compito di elaborare raccomandazioni funzionali allo sviluppo della finanza sostenibile
- sulla base delle raccomandazioni dell’HLEG, a marzo 2018 la Commissione Europea ha pubblicato il Piano d’Azione per finanziare la crescita sostenibile.
Il Piano d’Azione si sostanzia in una tabella di marcia con misure specifiche e relative scadenze al fine di:
- orientare flussi di capitale verso investimenti sostenibili
- gestire in modo più efficace i rischi finanziari che derivano dal cambiamento climatico, dal consumo di risorse, dal degrado ambientale e dalle disuguaglianze sociali
- migliorare la trasparenza e incoraggiare un approccio di lungo periodo nelle attività finanziarie.
Il primo dei dieci punti riguarda l’introduzione di una Tassonomia europea.
L’obiettivo è incrementare la trasparenza del mercato e la fiducia degli investitori, orientando un maggior volume di investimenti in progetti sostenibili.
L’importanza della Tassonomia UE
Perché è importante la tassonomia UE per la finanza sostenibile? E quando un investimento si può definire sostenibile dal punto di vista ambientale, climatico e sociale?
È questa la domanda alla base della tassonomia, un sistema di classificazione pensato per fornire alle imprese e agli investitori un linguaggio comune per individuare le attività economiche che possano definirsi pienamente ecosostenibili.
La tassonomia vuole consentire agli investitori di reindirizzare gli investimenti verso tecnologie e imprese più sostenibili e sarà determinante per rendere l’Unione Europea climaticamente neutra entro il 2050 e raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030 dall’accordo di Parigi.
Attualmente non esiste un sistema comune di classificazione a livello dell’UE o mondiale che dia una definizione di attività economica ecosostenibile. Il regolamento proposto intende affrontare due sfide:
- ridurre la frammentazione derivante dalla proliferazione di iniziative sia private che pubbliche
- ridurre il “greenwashing” (def.: strategia di comunicazione di certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale, allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente dovuti alle proprie attività o ai propri prodotti).
Nel corso dell’ultima sessione plenaria (17-19 giugno 2020) il Parlamento Europeo ha approvato il testo del regolamento sulla tassonomia delle attività eco-compatibili, una classificazione condivisa dall’UE sulle attività economiche che possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale.
Il testo del Regolamento UE 2020/852 è stato inserito in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (L198, 22 giugno 2020) ed entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione.
La tassonomia individua sei obiettivi ambientali e climatici:
- mitigazione del cambiamento climatico
- adattamento al cambiamento climatico
- uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine
- transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti
- prevenzione e controllo dell’inquinamento
- protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi.
Per essere eco-compatibile, un’attività deve soddisfare i seguenti criteri:
- contribuire positivamente ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali
- non produrre impatti negativi su nessun altro dei cinque obiettivi restanti
- essere svolta nel rispetto di garanzie sociali minime (per esempio, quelle previste dalle linee guida dell’OCSE e dai documenti delle Nazioni Unite).
Sarà quindi possibile classificare una società o un prodotto green secondo la Tassonomia Europea se più del 90% delle attività svolte o necessarie alla “produzione” soddisfano i criteri tecnici di valutazione individuati dal TEG (Technical Expert Group on Sustainable Finance), gruppo di esperti incaricati di definire i criteri di valutazione.
La tassonomia sarà progressivamente ampliata nel suo perimetro di applicazione per divenire obbligatoria entro il 2022.
Le aziende e le istituzioni finanziarie dovranno integrarla nei propri modelli, prodotti e servizi, sostenendo costi aggiuntivi di compliance e investimenti in innovazione. Non sarà semplice, proprio ora che l’economia è messa a dura prova dalla crisi sanitaria del Coronavirus, ma alla fine, se l’amministrazione pubblica riuscirà a canalizzare in modo efficace le ingenti risorse stanziate dal Green Deal e il settore privato farà la sua parte, il saldo complessivo rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile non potrà che essere positivo.
Gli operatori del mercato finanziario che operano in Europa, compresi quelli extra UE, dovranno dichiarare in che modo e in che misura le loro attività contribuiscono ai sei obiettivi ambientali. La normativa prevede che, entro il 10 marzo 2021, i partecipanti ai mercati e i consulenti finanziari rilascino informazioni precise circa i rischi per la sostenibilità dei prodotti che propongono.
L’avvio vero e proprio della nuova Tassonomia sarà però il 31 dicembre 2021, quando diventeranno operativi i criteri individuati dal TEG e fatti propri dal Regolamento approvato dal Parlamento Europeo in merito a mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici, ovvero i primi due obiettivi ambientali individuati.
Dal 31 dicembre 2022 lo stesso lavoro dovrà essere sviluppato per gli altri quattro obiettivi, per i quali la Piattaforma sulla Finanza Sostenibile incaricata dalla Commissione Europea definirà i criteri tecnici, sulla scia di quanto fatto dal TEG.
L’adeguamento alle nuove regole implica un grande lavoro di reperimento dati da parte delle realtà su cui i fondi responsabili investono: per alcuni indicatori – dal consumo di acqua alle politiche aziendali sulla tratta di esseri umani, fino alle emissioni di sostanze che riducono lo strato di ozono – le informazioni necessarie non sono sempre di facile reperimento.
Tassonomia UE: a chi sarà destinata
Al mondo della finanza, responsabile al fine di indicare quanto sostenibile sia effettivamente un investimento: «chi offre prodotti finanziari nella UE, inclusi i fondi pensione», precisa il Technical Report. Questi soggetti dovranno fornire informazioni riguardo l’attinenza alla tassonomia dei prodotti che offrono. Con una gamma di obblighi diversi a seconda del tipo di indicazione sulla sostenibilità che accompagna il prodotto, a seconda che sia sull’intero fondo o strategia, su una parte di esso o essa, o sia più generalista. A partire dal 31 dicembre 2021, per ogni prodotto, l’operatore del mercato finanziario sarà tenuto a dichiarare in che misura gli investimenti sottostanti sono allineati alla Tassonomia, espressa in percentuale dell’investimento, del fondo o del portafoglio.
Ai governi, per stabilire gli incentivi ad aziende green. Non è ancora stato stabilito in che modo (se ne occuperà la piattaforma della Commissione europea), ma la Tassonomia sarà anche il riferimento per attribuire incentivi europei. «La Commissione europea – si legge nel Final Report – sta considerando come applicare la Tassonomia come linee guida nel programma InvestEu per indirizzare gli investimenti europei».
Alle aziende, al fine di dichiarare il proprio impatto sull’ambiente, soggette quindi alla direttiva per la rendicontazione delle informazioni non finanziarie (Non-Financial Reporting Directive-NFRD): aziende quotate con oltre 500 dipendenti (in revisione a 250), banche e assicurazioni. Saranno tenute a fornire informazioni sulle loro attività in riferimento alla Tassonomia.
Alice Musso, Emanuele Fumeo e Livio Iannizzi