L’evoluzione del Controlling
Un controller che diventa controller, per davvero.
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All’interno della serie dedicata ai temi della Contabilità Autonoma, questo articolo costituisce la seconda puntata dello spin-off rivolto ad approfondire aspetti di Pianificazione e Controllo.
Per comodità del lettore, di seguito la lista completa dei link agli articoli precedenti appartenenti alla serie principale “Contabilità Autonoma”:
- Il CFO Moderno e la Contabilità Perpetua
- Il CFO Moderno e la Contabilità Perpetua – PARTE II
- Real-time Cash Flows
- Governance, Risk and Compliance – La rivincita dei pignoli
- The xP&A imperative
Cost Controller, Management Controller, Business Controller, IT Controller, Finance Controller, e chi più Controller ha, più ne metta.
Quello del Controller è un mestiere articolato, difficilmente riconducibile ad un unico concetto e, proprio in relazione a questo, esistono infatti una moltitudine di tipologie di controller, a seconda del contesto, settore, area aziendale di riferimento ed altre variabili; è uno dei ruoli destinati a cambiare maggiormente, anche e soprattutto in relazione all’attuale fase post-pandemica, grazie alla sempre più frequente applicazione di nuove tecnologie, quali il Machine Learning e l’Intelligenza Artificiale, agli strumenti che lui utilizza nel quotidiano.
L’esigenza di un controller in azienda nasce nel momento in cui la quantità di dati inizia a crescere in maniera significativa. La diffusione di sistemi informativi, gestionali e contabili, avvenuta a partire dalla fine degli anni ’90, ha portato ciascuna azienda odierna a disporre della stessa informazione in almeno due o più accezioni, con le relative caratteristiche segregate. Ad esempio, da un punto di vista puramente contabile il costo di un prodotto finito non tiene conto di tutti i costi di lavorazione e iniziale progettazione. Ed è in questo momento che si evidenzia il valore aggiunto del controller: quando deve essere verificata e riconciliata la medesima informazione proveniente da due universi diversi, nel caso di specie quello contabile da un lato e quello produttivo dall’altro, nei quali si parlano con ogni probabilità anche due lingue diverse. Ma a cosa serve realmente questa riconciliazione del dato? Banalmente, ma neanche troppo, a garantirne la piena autenticità e coerenza, determinando in maniera olistica che esista una veridicità e affidabilità, sulle quali ogni azienda fonda il proprio operato.

Nel momento in cui il controller effettua la riconciliazione dei dati, avviene il “miracolo della quadratura” di cui lui stesso è fieramente detentore. In gergo “quadratura” e nei fatti “miracolo”, ma perché? Quadratura ricorda sicuramente il concetto di “far combaciare qualcosa”, ovvero far si che due dati si possano confrontare e analizzare. Miracolo, invece, insiste sul concetto di difficoltà e rarità dell’evento. Ebbene si, per il controller non sempre è facile quadrare due dati, soprattutto quando provengono da due fonti sorgenti diverse. Capiamo il perché.
Ogni sistema informativo, gestionale e contabile, ha il suo linguaggio e segue le sue specifiche logiche, e queste risultano spesso divergenti e difficilmente confrontabili fra loro. In prima istanza si crea, pertanto, una difficoltà di confronto ed analisi del dato. Proprio il risultato di queste complesse analisi, tuttavia, diventa driver chiave per il miglioramento dei processi decisionali, la revisione dei processi aziendali e la ridefinizione delle procedure di controllo.
Il controller impiega, dunque, molte delle sue giornate lavorative a “trovare una quadra” tra i costi registrati nel sistema contabile e quelli registrati nel sistema gestionale ed ingegneristico. Eppure, paradossalmente, si tratta degli stessi dati.
Con riferimento al panorama attuale, il mestiere del controller sta profondamente cambiando, grazie all’avvento delle nuove tecnologie di Machine Learning e Intelligenza Artificiale, come anticipato inizialmente. Queste due nuove tecnologie semplificano il complesso e lungo processo di riconciliazione e produzione del dato, sgravando il controller del fardello di questa attività a basso valore aggiunto e dando il via libera, finalmente, alla focalizzazione sul controllo e sulla verifica del dato e, conseguentemente, sulle azioni correttive e migliorative da definire ed attuare.

L’introduzione ed applicazione di queste tecnologie è ormai punto di attenzione da parte di tutti i CFO: non solo per dare un chiaro segnale di innovazione e trasformazione, ma soprattutto per evidenziare la volontà di testare con mano la rivoluzione che tali tecnologie portano con sé. Di fatto il Machine Learning non solo permette di azzerare, quasi per magia, gran parte delle attività ripetitive svolte nei dipartimenti aziendali, consentendo anche di avere maggior tempo per leggere e interpretare i dati, ma consente anche di applicare una serie di logiche per ‘imparare dal passato’ o da nuove regole correttive che il controller stesso decide di applicare nel sistema. In questo modo la tecnologia del Machine Learning valorizza le occasioni di intervento umano, facendole diventare il motore per la definizione di logiche di calcolo per le future azioni per l’aumento del valore del dato.
Basti pensare alle ore spese dalla funzione Controllo di Gestione, ad esempio, per l’attività di allocazione e ribaltamento costi, incluse tra le attività di fine periodo a ridosso delle chiusure di trimestrali e semestrali. Dati estratti da più sistemi informativi, poi riportati su diversi sistemi esterni per una fase intermedia di analisi e riconciliazione e, infine, processati su ulteriori fogli Excel per la registrazione a sistema dei costi allocati, in modo che tutti i sistemi siano nuovamente allineati. Il tutto non considerando la quantità di riunioni e il numero di ore spese per condividere i dati, l’approccio e le prossime attività. Ecco, tutto ciò può essere alleggerito ed eseguito in maniera automatizzata.
Dal pratico al generale, l’introduzione delle nuove tecnologie libera specifiche figure da attività a basso valore aggiunto, innescando un processo rivoluzionario di revisione delle mansioni in chiave di sviluppo professionale ed umano, che eleva la persona sopra l’attività e non la rende più schiava di essa.
“Il controller diventa controller, per davvero” è il sottotitolo di questo articolo e, in maniera provocatoria, il messaggio che si vuole passare è che finalmente il controller può dedicarsi in maniera olistica alla sua professione, non solo in termini di controllo (del dato), ma anche di gestione e individuazione di azioni migliorative. Va aggiunto che l’applicazione di tali tecnologie, per fortuna, non si circoscrive alla sola area del Controllo di Gestione, ma si estende a tutti i rami dell’azienda, con particolare interesse all’area di competenza del CFO.
Special Thanks to Alice Musso, Emanuele Fumeo e Silvia Populin
p.s.
La scelta del brano Learn to Fly dei Foo Fighter per accompagnare la lettura di questo articolo vuole in qualche maniera conciliare l’alternanza di ritmi calmi e concitati tipici del rock, agli eventi di business e momenti di rivoluzione che caratterizzano i grandi cambiamenti.
Con particolare attenzione alla frase “looking for something help me burn out bright” che segna inequivocabilmente la scelta di essere parte del mondo e farsi sorprendere dallo stesso.