Sostenibilità. Episodio 3 | Integrazione in un click: Dati di mercato e Time to Market
Negli episodi precedenti
Il nostro viaggio attraverso le soluzioni a supporto della sostenibilità ha raggiunto un’altra importante tappa. Nel secondo episodio abbiamo visto come esplorare lo spazio, abilitando gli utenti di LoB all’armonizzazione e modellazione di tutti i dati rilevanti in uno spazio virtuale a loro disposizione.
Abbiamo visto come creare informazione a valore ed insights indispensabili per governare il processo in ottica di miglioramento, consentendo a ciascuna LoB di armonizzare e correlare dati provenienti da domini differenti.
In questa terza tappa, scopriamo come recepire quel delta di dati che rappresenta l’anello mancante nel nostro percorso.
La via per il miglioramento è senz’altro veicolata dai dati in nostro possesso e presenti in azienda, ma c’è un gap informativo che seppur non controllato direttamente è indispensabile, e necessita quindi di essere acquisito e armonizzato con il restante patrimonio informativo già a disposizione.

Uno sguardo lontano
Utilizzare esclusivamente il patrimonio dati generato dalle applicazioni in uso come foundation del miglioramento e delle iniziative strategiche a supporto, può esser considerato oggi un atteggiamento miope, che può precludere significativamente il margine e l’opportunità di crescita e miglioramento.
Utilizzare dati esterni significa altresì poter contare su indicatori che sono a loro volta già la risultante di sofisticati processi di apprendimento e screening del mondo esterno. La loro adozione abilita il confronto, supporta la misurazione e consente di qualificarsi agevolmente rispetto a rating complessi. Non solo. Come abbiamo visto nel primo episodio relativamente al concetto di sostenibilità, ogni azione e comportamento ha un impatto e delle conseguenze.
Allo stesso modo, occorre considerare ogni azienda come un ingranaggio compreso all’interno di un meccanismo complesso molto più articolato.
Di fatto, questo meccanismo si compone di una fitta rete di aziende, amministrazioni, fornitori, partner, autorità ed individui, vuoi che siano consumatori o cittadini. I dati generati dall’incrocio di tutte le interazioni sono un patrimonio che non deve essere disperso, ma che va invece acquisito e capitalizzato; perché se armonizzato in maniera contestuale, consapevole e coerente con i dati aziendali, può fornire un vantaggio competitivo veramente differenziante.
Conoscere per orientarsi meglio

Ma in cosa consiste esattamente questo vantaggio? Se da una parte avvalersi di dati esterni contribuisce a rivelare nuove opportunità di business evidenziando le giuste leve o i driver per efficientare processi e servizi offerti, dall’altra, fornisce strumenti utili per ponderare situazioni di rischio in maniera consapevole. Alcuni esempi?
Immaginiamo di:
- Pianificare una catena di approvvigionamento senza dati aggiornati sulle tariffe di trasporto.
- Pianificare e ottimizzare una flotta aziendale senza informazioni aggiornate relative a modelli, emissioni e tariffe dei carburanti.
- Valutare le prestazioni e il gradimento del brand senza dati sulle quote di mercato.
- Valutare le aziende senza indici di rischio o rating riconosciuti.
- Sviluppare un piano di crescita senza dati economici pubblici.
- Governare un modello di business B2B2C senza liste e dati di vendita dei distributori.
- Valutare la competitività dei salari offerti e il grado di appeal dell’azienda senza i dati di benchmark di riferimento.
- Valutare la localizzazione di nuovi punti vendita senza informazioni geo referenziate di dettaglio.
- Sviluppare un’agricoltura sostenibile senza geo localizzazione e dati meteorologici a supporto per sostenere gli agricoltori, prevedere il raccolto, ottimizzare l’uso dei fertilizzanti.
E la lista potrebbe continuare. Questi sono soltanto alcuni esempi di dati esterni che possiamo dover integrare. Ogni categoria rappresentata ci racconta dettagliatamente e consapevolmente uno scenario.
Se aree come la supply chain, con tutti le tematiche di approvvigionamento, gestione delle scorte, trasporti, o magari temi legati alla produzione agricola, alle emissioni che intervengono nel ciclo produttivo delle industrie, sono temi ricorrenti, ci sono oggi altri temi che necessitano di sofisticare l’analisi ed uscire dal perimetro aziendale.
Ci sono temi afferenti alla sfera del sociale (sappiamo ormai benissimo come il benessere dell’individuo in realtà impatta le performance e il successo di un’azienda o di una amministrazione) che hanno messo in chiaro come il capitale umano sia un asset fondamentale di cui prendersi cura.
Dal miglioramento dei programmi per il benessere dei dipendenti all’accelerazione della diversità, dell’equità e dell’inclusione, le aziende stanno comprendendo come la gestione del capitale umano generi valore a lungo termine.

Barriere
Esplorate tutte le opportunità di utilizzo dei dati esterni e l’inequivocabile valore che ne deriva, non resta che utilizzarli.
Ottimo. Come?
Flat files, inviati per e-mail, incorporati in presentazioni, affiancati (e non integrati) a dati aziendali; etichettati con date di riferimento e validità spesso non allineate con il dato aziendale. Questo utilizzo non razionale e disorganizzato del dato ne riduce significativamente il potenziale, ma soprattutto la rilevanza e la capacità comunicativa.
Non resta quindi che impegnarsi nell’avviare costosi progetti di integrazione, dove la complessità e diversità di sorgenti e architetture producono come effetto il dilatarsi dei tempi di implementazione generando indisponibilità o latenza dell’informazione.
Se quindi da una parte abbiamo provato a ridurre la manualità nel processo di integrazione, dall’altra abbiamo lasciato insoddisfatti gli utenti di LoB, che, come principali utilizzatori del dato, non avranno più alcun controllo sulle fonti necessarie, vedendosi drasticamente ridurre il perimetro di dati utilizzabili, al pari della capacità di analisi e comprensione del dato stesso.
Non ultimo, abbiamo aumentato gli oneri di implementazione e di progetto per rincorrere cambiamenti nei tempi, disponibilità e formati del dato, riformulando e reingegnerizzando ogni volta complesse procedure di integrazione.
Un altro modo esiste?
Si.
Ed è quello che mette nuovamente al centro gli utenti di LoB, rendendoli attori principali anche nella fase di recupero ed utilizzo di dati pubblici.
Se con Data Warehouse Cloud abbiamo abilitato utenti delle risorse umane, delle vendite, del marketing (e ogni altra LoB) alla definizione della propria vista semantica del dato, con un marketplace dedicato, li abilitiamo ad operare facilmente comunicando col mondo esterno.
Esplorando, cercando, raffinando e affinando la ricerca del dato direttamente da un unico punto di governo e utilizzo del dato, aziendale e no.
Il Data Marketplace funge quindi da elemento strategico di SAP Data Warehouse Cloud per facilitare il consumo di dati esterni al fine di combinarli con i dati interni.
Dove per dati esterni si intendono tutti i dati che non è possibile estrarre dalle applicazioni interne dell’azienda o dell’amministrazione, ma a cui è possibile accedere tramite un fornitore di dati commerciali, una fonte di dati aperta (quindi pubblica) o una azienda i cui i dati vengono scambiati e condivisi come parte di un processo aziendale.
Quindi si, un altro modo esiste.

CONSUMARE. Il data consumer può accedere ai dati esterni in pochi clic in SAP Data Warehouse Cloud senza eseguire alcun lavoro di integrazione. Le attività di integrazione sono svolte dal Data Marketplace. Questo è valido sia per il caricamento iniziale che per gli aggiornamenti pubblicati dal fornitore di dati. Di conseguenza, il Data Marketplace consente di standardizzare il flusso in entrata di dati esterni sostituendo un processo spesso complesso e parcellizzato, provvedendo alla sua industrializzazione.
COMBINARE. Una volta integrati i dati esterni tramite il Data Marketplace, si può beneficiare dell’intera gamma di funzionalità di gestione del dato di SAP Data Warehouse Cloud per il data cleansing, l’armonizzazione e preparazione dei dati in ottica di consumo. Una caratteristica estremamente utile che occorre evidenziare è la nuovissima intelligent lookup che aiuta nel collegare set di dati che non hanno una singola condizione tecnica di join (che è quasi sempre il caso dei dati esterni).
CONTROLLARE. Essendo strettamente integrato nella piattaforma di SAP Data Warehouse Cloud, il Data Marketplace consente di configurare un’infrastruttura con la quale è possibile gestire i processi di dati inbound su larga scala, sfruttando ad esempio il concetto di spazio e beneficiando anche di meccanismi di controllo degli accessi sui differenti Data Product in uso.
E ragioneremo ancora in ottica di Time to Market nel prossimo episodio (Episodio 4 – Content Network e gli acceleratori del Business) dove vedremo come l’esperienza e la conoscenza approfondita dei processi coadiuvata dalla tecnologia, rivoluziona il processo analitico e decisionale.